Costellazioni Sistemiche e Familiari: la guida definitiva

Oggi mi sposo con me stessa!

“Sono emozionata perché oggi mi sposo con me stessa!” Il sorriso di Elena (nome di fantasia per privacy) riempiva la stanza.

Il mio cuore palpitava velocemente. Sono passati anni da quell’incontro eppure lo ricordo come se fosse ieri.

La prima volta che ha varcato la porta del mio studio Elena aveva gli occhi tristi, spenti, ma determinati: voleva imparare ad amarsi e darsi valore.  Era confusa e aspirava ad un amore bello, sereno, felice. Era pronta a mettersi in gioco per realizzare il suo sogno.

Alla fine del nostro incontro ha scelto il percorso individuale IncontrarSi per AmarSi. Nei suoi occhi ho notato e ho capito che il nostro viaggio insieme era cominciato.

La meta da raggiungere è una costellazione archetipica a cui viene dedicato l’ultimo incontro del percorso.  Elena ha scelto  per se stessa la Costellazione rituale del matrimonio con se stessa. Un modo per suggellare e sperimentare la nuova relazione instaurata con se stessa.

Fino ad allora l’avevo condotta solo in gruppo, alla fine dei due giorni intensivi del corso omonimo che oggi è diventato, dopo varie elaborazioni, Amore Diamante.

Dentro di me tantissime domande: sarebbe stata emozionante ed efficace come l’esperienza in aula? Elena avrebbe vissuto le emozioni delle altre partecipanti senza il supporto del gruppo? Sarebbe riuscita da sola a ricreare l’atmosfera che ad ogni corso vedeva me e tutti i partecipanti (si, anche gli uomini) commuoversi fino alle lacrime? (se vuoi leggere le testimonianze clicca qui)

Spoiler: lo sguardo di Elena alla fine del nostro incontro ha fugato ogni mio dubbio. Questa pratica si è conquistata di diritto un posto all’interno del percorso individuale.

Amare se stessi è l’inizio di una lunga storia d’amore. Oscar Wilde

Ed è la storia più importante e paradossalmente quella in cui investiamo di meno. Ci dimentichiamo di noi stessi,  non ci diamo il giusto valore. In poche parole non siamo una priorità neanche per noi stessi.

Ti è mai capitato di sentirti così? Di accorgerti che il mondo non ti da valore perché sei tu che non te lo riconosci?

 “Solo chi ama se stesso può davvero amare l’altro”. Sembra una frase fatta, di altri tempi, eppure trasuda verità. Una verità che non si può comprendere fino in fondo mentalmente, ma solo sperimentare.

Elena ha sperimentato. Giorno dopo giorno, lavorando su se stessa, incontro dopo incontro, ha costruito con impegno la relazione più importante della sua vita: quella con se stessa.

Ha trovato i suoi valori portanti, ha scritto le sue promesse, ha creato lo spazio in cui vivere un momento unico di impegno con se stessa.

Si è scoperta capace di amarsi indipendentemente dal mondo esterno.

Ha sperimentato la forza della consapevolezza di essere il sole del proprio universo, di essere felice di stare con se stessa e di regalarsi un momento di celebrazione da sola, pronta poi per tornare nel mondo e raccogliere tutte le meraviglie che la aspettano.

Ha compreso soprattutto che ‘sola’ e ‘solitudine’ non sono sinonimi. Ha imparato che saper stare da sola felicemente è un requisito fondamentale per aprirsi agli altri e a un amore di coppia bello e sano.

L’ultimo incontro è stato un momento  molto emozionante e altamente rituale, archetipico e, soprattutto, di grande Amore. Intenso e commovente.

Un impegno con se stessi per la vita. Forse cadrà ancora, forse si dimenticherà ancora di mettersi al primo posto o di darsi il giusto valore. La vita è fatta cosi: cadiamo e ci rialziamo. E io sarò li con lei, al suo fianco.

Perché è così che immagino il mio lavoro: dietro o di fianco alle persone che mi danno fiducia mentre camminano verso il loro miglior futuro, vivendo il loro miglior presente.

E anche se le capiterà di cadere ancora ogni tanto, Elena ha conquistato qualcosa di essenziale: ora sa. Conosce cosa si prova ad amarsi, la gioia che si vive facendolo. Soprattutto è colma di un amore che potrà condividere con una persona speciale, come lei.

Se senti che è il momento anche per te di iniziare un percorso di consapevolezza e cambiamento verso il Valore e l’Amore, se vuoi saperne di più clicca qui 

 

Come gestire e affrontare la paura

come affrontare la paura

Pillole di DiamondBootcamp

Durante la diretta del 10 marzo sul gruppo Facebook  lafilosofiadeldiamante, in occasione del nuovo Bootcamp, il tema paura è emerso di frequente nei commenti nei partecipanti. Cosi nei giorni successivi ho pensato di affrontare l’argomento. Vediamo come possiamo gestire e affrontare la paura di questi giorni.

Facciamo pace con la paura

La paura ha origini antiche ed è un’alleata, non una nemica da combattere. Il suo scopo primario è metterci in allerta affinché si possano fare scelte mirate alla sopravvivenza. E in questi tempi direi anche mirate alla felicità. Ci aiuta anche a pre-vedere eventuali pericoli

Quando la paura diventa negativa per noi? Quando prende il sopravvento, ci paralizza o non usiamo l’istinto, l’intuizione o la mente per trovare risposte sensate.

Per affrontarla ci sono due fattori da prendere in considerazione:

1. l’ambiente che ci circonda

non solo dobbiamo affrontare le nostre paure, ma l’ambiente intorno a noi ci stimola, ci sovraccarica, energeticamente ci contagia. E quindi? Sebbene un po’ di digiuno da ciò che ci stimola può aiutare sicuramente, non è la soluzione definitiva. L’obiettivo non è smettere di guardare il tg altrimenti mi spavento (ad esempio), ma essere in grado di guardarlo senza reagire, senza essere contagiato o manipolato.

In poche parole essere davvero libero di scegliere se guardarlo oppure no.

Solo quando una scelta non ci condiziona, siamo davvero liberi di farne un’altra.

E l’unico modo è lavorare sul punto due

2. Tu, il tuo modo di percepire, vivere e affrontare la paura

per diventare impermeabili agli stimoli esterni e al contempo liberi dalle nostre paure, l’unica soluzione che conosco è lavorare su di sé

Come gestire e affrontare la paura nel concreto?

1. Aumenta la consapevolezza

Ecco il primo strumento. Guardala in faccia la tua paura, guardati in faccia. Prendi carta e penna e inizia con il rispondere a queste domande:

  • cosa ti fa davvero paura in questo momento? (vai a fondo)
  • Quali sensazione corporee provi?
  • Quali emozioni e sentimenti si attivano?
  • Quali pensieri fai?
  • Quali comportamenti metti più facilmente in atto? (mangi, eviti il problema, procrastini etc)

2. Gestisci le emozioni connesse e affrontala

Quando hai paura per prima cosa calmati. Sembra una banalità, ma devi recuperare lucidità e forze per poterla affrontare.

Si aprono due strade:

  • da soli, con gli strumenti che si hanno a disposizione. Se sei una persona che ha acquisito tecniche è il momento di utilizzarle. Dalla Diamond Technique alla meditazione, Reiki, canto olistico, etc….
  • con un professionista che ti aiuterà a vedere e recuperare tutte le risorse che ti servono e ti accompagnerà.

Hai presente Valentino Rossi che prima di una gara si chiude in se stesso di fianco alla moto e si concentra?
É la stessa cosa. É la tua gara.

Ciò a cui ci opponiamo persiste. Quindi opporsi, negarla, far finta che non ci sia non funziona.

Accettala… questo momento ti fa paura. Ok Va bene così. Respira, va bene cosi.

Diceva il Buddha:

“Perché vivo sempre nell’attesa della paura e del terrore? E se essendo determinato a sciogliere la presa di quella paura e di quel terrore io rimanessi in qualunque posizione mi trovavo quando sono sorti? Se stavo camminando quando la paura e il terrore sono arrivati, non mi fermerò né mi siederò né mi sdraierò finche non mi sarò liberato dalla loro presa.” (Nanamoli e Bodhi, 1995)

Uno strumento per me eccezionale è la meditazione informale: consiste nel prestare attenzione momento per momento ad una attività che si sceglie di fare.nDal semplice osservare il proprio respiro, al lavare i piatti in maniera consapevole, a mettere a posto l’armadio e fare ordine e così via. Thich Nhar Hanh nel suo libro “Il miracolo della presenza mentale” suggerisce molte pratiche di mediazione informale

In questa fase vale anche quella che io chiamo “la distrazione consapevole” (almeno per me funziona) come guardare un film o un telefilm che rilassa, fa ridere e/o ispira.

Chiamare un’amica/o solo se sono potenzianti e non si innesca il meccanismo della lamentela comune. Mal comune mezzo gaudio, non funziona! In questo caso, se hai bisogno del contatto umano, meglio un professionista. E la tecnologia ci aiuta in questo momento di quarantena.

Obiettivo: calmare le emozioni e la mente che vanno come una pallina di un flipper impazzito

3. Dai un nome alla paura

Quando si da un nome a ciò che ci fa paura ci aiuta a vederla per quello che è davvero. Non significa minimizzarla o negarla. Tantomeno amplificarla.

Dare un nome alla tua paura significa darle un significato, un ruolo all’interno del tuo sistema interiore ed esteriore.
Nella tua vita insomma.

Significa anche fare ordine e darle il suo giusto posto. Importante è andare a fondo. Non fermarsi al primo pensiero superficiale. Ho paura di rimanere senza lavoro… L’ironia aiuta, puoi anche dargli un nome giocoso…

4. Reagisci, metti in azione la proattività

Chi ha paura, prevede. Ha la capacità di pre-vedere diversi possibili scenari. Il punto è non lasciarsi travolgere, ma se hai fatto i passi precedenti, non ci dovrebbero essere problemi.

Invece di preoccuparti, pre-occupati della situazione.

Stai nel qui e ora! Prevedi i diversi scenari e crea una strategia per non farli avverare. Così facendo ci si sente pronti, ci si tranquillizza e si possono dedicare le energie a co-creare il Futuro Desiderato che nelle Costellazioni Sistemiche chiamiamo “Migliore”.

Ora sta a te, scatena la tua creatività e condividila con noi iscrivendoti al gruppo Facebook